Capistrello
Il nucleo urbano di Capistrello (q. 734 m.), adagiato sul versante meridionale del monte Arezzo, è costituito dal borgo antico, situato alle pendici del monte, e dal nucleo moderno edificato lungo il tracciato cittadino della strada Avezzano-Sora.
Il preesistente piccolo insediamento italico si ingrandisce con il prosciugamento del lago del Fucino da parte dei Romani, quando affluiscono nella zona numerose maestranze. Feudo dei conti Marsi nel 1200, Capistrello diviene dimora dell’esattore della gabella. Nell’800 è sede degli imponenti cantieri costruiti da Torlonia per bonificare il lago del Fucino. Dagli anni ‘30 del ‘900 una panoramica strada lo collega al versate laziale dei Simbruini. Negli anni della II Guerra Mondiale Capistrello è stato teatro di un’efferata strage nazista, nel giugno 1944 33 inermi cittadini vennero barbaramente uccisi e gettati in un fosso nei pressi della stazione ferrovia, dove è stato eretto un monumento che li ricorda.
Dalla piazza del paese, attraverso un sentiero attrezzato, in un quarto d’ora di cammino, si raggiunge lo sbocco dell’antica galleria sotterranea che i Romani costruirono per prosciugare il lago del Fucino, il terzo specchio d’acqua d’Italia. L’opera fu realizzata dall’imperatore Claudio, tra il 41 e il 52 d.C, che si avvalse, secondo Svetonio, di 30 mila persone tra schiavi e operai, in undici anni di duro lavoro. La galleria lunga 5,6 km che attraversava in parte il Monte Salviano e i piani Palentini, riversava le acque del Fucino nel fiume Liri, nei pressi di Pescocanale. Il canale sotterraneo costruito dai Romani costituisce la più lunga galleria realizzata nei tempi antichi. I romani prosciugarono solo parte del lago. Con la caduta dell’impero il canale sotterraneo si interrò ed il lago progressivamente tornò a ricoprire l’antica superficie. Dopo vari tentativi di ripristinare il vecchio emissario promossi nel medioevo da Federico II e nel ‘700 dai Borboni, fu il francese Alessandro Torlonia, ricchissimo banchiere romano, a prosciugare interamente il lago del Fucino. I lavori iniziarono nel 1855 e terminarono nel 1876. Ancora oggi parte delle acque di scolo della Piana del Fucino si riversano in questo tratto del Liri attraverso una caratteristica cascata che confluisce con grande fragore nel fiume. Nei pressi dello sbocco dell’emissario sono ancora ben visibili i resti dell’Officina Torlonia, costruita agli inizi del ‘900 dal principe. All’epoca l’impianto idroelettrico, che portava la corrente nel Fucino, era tra i più moderni d’Abruzzo. L’opificio venne fatto saltare in area nel 1944 dai tedeschi in ritirata. Più a valle i resti di altre due centrali, come quella di Torlonia minate dai tedeschi, e di numerosi mulini e gualchiere. Sopra l’emissario la famosa galleria elicoidale della suggestiva ferrovia Avezzano-Roccasecca, una galleria in pendenza costante del 20 per mille.
Prospiciente a Capistrello, il pittoresco borgo di Pescocanale (q. 691 m.), porta nord della Valle Roveto, appollaiato su un colle sotto a cui scorre il Liri, caratterizzato in quel tratto da un percorso piuttosto sinuoso. Il fosso di Rianza, a nord-ovest del borgo, costituiva in epoca romana il confine dei territori controllati dai municipi di Antinum (l’odierna Civita D.) ed Alba Fucens, oggi tra le diocesi di Sora e dei Marsi. Sotto Pescocanale il fiume Liri attraversa una stretta gola, ricca di vestigia di archeologia industriale, raffigurata in numerosi schizzi panoramici e quadri dai colti aristocratici dei Grand Tour ottocenteschi.
Il borgo di Pescocanale è caratterizzato dalla presenza di una piccola chiesa medievale dedicata a Sant’Angelo, il nome Sant’Angelo di Pescocanale è stato inciso nel 1066 sulle porte bronzee di Montecassino. Più a valle del borgo i resti di un antico ponte romano immortalati agli inizi del ‘900 dal topografo inglese Thomas Ashby.
La frazione di Corcumello invece è ubicata nei Piani Palentini. Il borgo (q. 744 m.), situato all’antico punto di intersezione tra la Valle di Nrrfa e i Piani Palentini, ha una struttura urbanistica risalente all’Alto Medioevo. Molto suggestiva la chiesa di San Nicola ed il palazzo-castello De Pontibus-Vetoli. Il borgo si estende sui Piani Palentini teatro dell’epico scontro tra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò, in quella che viene ricordata come la Battaglia di Tagliacozzo, una delle più importanti del medioevo. Il 23 agosto 1268 l’esito della battaglia sancì la fine del sogno imperiale della dinastia degli Svevi e l’affermazione della potenza guelfo-francese nella nostra penisola.
Da vedere:
Oltre allo sbocco dei Cunicoli di Claudio:
- Chiesa di Sant’Antonio da Padova, risalente al XII secolo
- Chiesa di Sant’Angelo con lastre del pulpito e campanile duecenteschi
- Eremo di Santa Maria del Monte, situata il località Ricetto a circa 1220 m. sul crinale del monte Arezzo
- Palazzo De Pontibus-Vetoli a Corcumello, con affreschi cinquecenteschi, portale tardogotico, arcature quattrocentesche e torre sghemba duecentesca
- Acquedotto dell’Arunzo, canale sotterraneo ideato dal console Lucio Arunzio e realizzato tra il 41 e il 54 d.C. nello stesso periodo della realizzazione dei famosi Cunicoli di Claudio alla base del monte Arunzo, tra Castellafiune e Corcumello. L’acquedotto portava l’acqua del Rio Sonno nei Piani Palentini.
- A Capistrello ogni anno, in occasione del 25 aprile, si ricorda l’eccidio del 1944
- A Capistrello il 13 giugno si celebra annualmente la festa patronale in onore di San’Antonio di Padova patrone del comune;
- Durante l’estate viene organizzata la festa delle fragole, presso l’altipiano della Renga – a quasi 1.400 metri di quota – splendida radura erbosa dei monti Simbruini, luogo ideale per lo sci da fondo.